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USI IMPROPRI (?). La fruizione delle cavità nell’iconografia antica e moderna

 La Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna presenta una mostra che vuole illustrare gli utilizzi delle grotte da parte dell’umanità, durante la sua storia. La mostra utilizza la meravigliosa miniera che è la biblioteca del Centro di documentazione speleologica Franco Anelli della Società Speleologica Italiana, presso l’Università di Bologna ed in particolare la sua immensa dotazione di materiale iconografico che ha per argomento la speleologia e le grotte. La dotazione della Biblioteca spazia oltre che su una grande quantità di libri antichi, tra cui esemplari rari, anche su una ricca collezione di oggetti iconografici: stampe antiche e moderne, cartoline, calendari, poster, figurine e altro ancora che portano su di loro la rappresentazione di una grotta. Il titolo della mostra “usi impropri”, nasce dal fatto che gli speleologi ritengono le cavità un territorio da esplorare, documentare, studiare e salvaguardare e nulla più: quindi sono convinti che tutti gli altri utilizzi possano definirsi impropri.  Naturalmente è stato doveroso aggiungere il punto interrogativo tra parentesi, per instillare il dubbio su quale sia il punto di vista corretto. Il sottotitolo, poi, è necessario per spiegare di cosa si sta effettivamente parlando.